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Ricevere una multa è sempre spiacevole, specialmente quando si ritiene che la sanzione sia ingiusta o illegittima.

Tuttavia, non è sempre necessario pagare immediatamente; in alcuni casi, è possibile contestare la multa. Questo può accadere sia per difetti formali che per una ricostruzione errata del caso alla base della sanzione, come ad esempio un’errata ricostruzione della dinamica di un incidente stradale.

L’obiettivo di questo articolo è fornire indicazioni su quando è possibile impugnare una multa e se sia preferibile farlo davanti al Prefetto o al Giudice di Pace, evidenziando i principali errori da evitare.

Ricorso ad una multa

Quando è possibile fare ricorso per una multa?

Quando si riceve una multa per una violazione del Codice della Strada, è normale chiedersi: “Ho commesso davvero quest’infrazione?”.

Capire se si è superato il limite di velocità o si è entrati in una Ztl in un orario specifico può essere difficile, ma talvolta è evidente che la multa sia illegittima

Quali sono i motivi per contestare una multa? La casistica è ampia, ma i principali motivi di solito sono:

  • Vizio di forma (dati anagrafici errati, mancanza di informazioni obbligatorie quali data – ora e luogo, targa);
  • Stato di necessità
  • Omissione di contestazione immediata al di fuori dei casi previsti o senza adeguata motivazione
  • Consegna di un doppio verbale per la stessa violazione
  • Nuova notifica di multa dopo il pagamento già effettuato
  • Consegna al vecchio proprietario del veicolo dopo il passaggio di proprietà
  • Consegna del verbale oltre i tempi massimi previsti ex lege (90 giorni dalla data dell’infrazione contestata)
  • Illegittimità dell’accertamento

Per quanto riguarda l’illegittimità dell’accertamento, è importante focalizzarsi sull’onere della prova che incombe sulla P.A. che ha emesso la sanzione.

Difatti, se l’Ente sanzionatore non riesce a fornire prove sufficienti della responsabilità dell’opponente, il Giudice deve accogliere l’opposizione (art. 7, c. 10 D.lgs n. 150/2011).

Perché fare ricorso per una multa al Prefetto

Chi riceve una multa che ritiene ingiusta può presentare Ricorso al Prefetto, territorialmente competente, entro 60 giorni dalla contestazione o notificazione della violazione.

Per proporre il ricorso non v’è l’obbligo di assistenza di un avvocato ma bisogna rispettare alcune formalità come:

  • redigere il ricorso per iscritto.
  • indicare la competente autorità prefettizia.
  • indicare dei dati anagrafici del ricorrente.
  • specificare gli estremi del verbale contestato
  • esplicitare i motivi del ricorso e, eventualmente, la richiesta di un’audizione personale.

In mancanza di questi elementi il ricorso sarà dichiarato improcedibile così come in caso di proposizione di un ricorso dopo aver già pagato la sanzione.

Il Prefetto, una volta ricevuto il ricorso, deve deciderne l’accoglimento o meno:

  • Se il ricorso è accolto, il Prefetto emette un’ordinanza di archiviazione, annullando la multa e le eventuali sanzioni accessorie (che spesso non viene comunicata al ricorrente).
  • Se il ricorso non è accolto, il Prefetto emette un’ordinanza-ingiunzione, imponendo una sanzione pecuniaria del doppio della cifra originariamente prevista nella multa impugnata.

Per completare l’iter decisionale il Prefetto deve rispettare dei termini al di fuori dei quali il ricorso deve intendersi accolto.

Difatti, a norma degli artt. 203 e 204 C.d.S. l’ordinanza-ingiunzione deve essere emessa entro:

  • 180 giorni se il ricorso è stato presentato direttamente all’Organo sanzionatore (60 giorni all’Ufficio accertatore + 120 giorni al Prefetto);
  • 210 giorni se il ricorso è stato presentato al Prefetto (i 30 giorni in più sono quelli necessari al Prefetto per trasmettere gli atti all’Organo sanzionatore)

Contro l’ordinanza di ingiunzione, entro un termine di ulteriori 30 giorni, si può presentare ricorso al Giudice di Pace.

In conclusione, quando conviene il Ricorso al Prefetto?

Presentare un ricorso al Prefetto conviene quando la multa è chiaramente illegittima e il vizio può essere facilmente dedotto dalla documentazione allegata al ricorso.

Ad esempio, se la multa è emessa oltre i 90 giorni dall’accertamento o in situazioni in cui non è richiesta una grande attività interpretativa.

Come fare ricorso per una multa dal Giudice di Pace

Quando si decide di contestare una multa stradale, si aprono due opzioni: il ricorso al Prefetto o il ricorso al Giudice di Pace.

Per quanto riguarda il ricorso davanti al Giudice di Pace, sono previsti due scenari principali:

  • Ricorso contro la multa per infrazione al Codice della Strada in alternativa alla presentazione del ricorso al prefetto, va presentato entro 30 giorni dalla notifica.
  • Ricorso contro l’ordinanza di ingiunzione del Prefetto se il ricorso al Prefetto è stato rigettato.

Il ricorso deve essere promosso contro l’intero verbale.

Pertanto, non è possibile contestare solo una sanzione accessoria, pagando quella principale. Ad esempio, in presenza di sospensione della patente, è necessario contestare l’intero verbale, non solo la sanzione accessoria.

Il Giudice di Pace, ricevuto il ricorso da parte del trasgressore, del proprietario del veicolo o di altro soggetto coobbligato in solido, può sospendere l’efficacia della sanzione, se richiesto e se ne sussistono i presupposti, in attesa di decidere sul ricorso.

Al termine del giudizio, nel quale è ammessa la possibilità di sentire testimoni o eseguire perizie, il Giudice di Pace può:

  • Accogliere il ricorso ed annullare la multa e/o l’ordinanza prefettizia
  • Accoglierlo in parte.
  • Respingerlo, costringendo, se necessario, il ricorrente a impugnare la sentenza davanti al Tribunale locale.

A differenza del ricorso avanti al Prefetto, per proporre ricorso avanti al Giudice di Pace bisogna anticipare il contributo unificato (parametrato in base all’entità della sanzione – di norma nel range tra € 43,00 ed €237,00) e avvalersi dell’ausilio di un legale.

Ciò non è tanto perché sia obbligatorio – difatti la parte fino a €1.100,00 di multa può stare in giudizio da sola – ma in quanto l’avvocato conosce le regole processuali e può gestire il contraddittorio con l’ente convenuto, sia esso un organo di polizia o il prefetto.

Quando e perché conviene promuovere un ricorso avanti al Giudice di Pace?

In primo luogo, il Giudice di Pace è terzo ed imparziale, mantenendo equidistanza da entrambe le parti, a differenza del Prefetto, spesso superiore gerarchico di chi ha emesso la sanzione.

In secondo luogo, il Giudice di Pace è incline ad interpretare il diritto, a differenza del Prefetto.

La richiesta di annullamento in autotutela di una multa

Il ricorso in autotutela consiste nella richiesta di annullamento presentata d’ufficio direttamente all’Organo che ha emesso la sanzione considerata illegittima.

A differenza del ricorso al Prefetto, se respinto, non comporta una condanna al pagamento del doppio, come avviene con l’ordinanza di ingiunzione. In confronto al ricorso avanti al Giudice di Pace, il ricorso in autotutela è gratuito.

Solitamente, il ricorso viene presentato in caso di evidenti errori nel verbale, tra cui:

  • Notifica della multa a un soggetto estraneo alla violazione;
  • Rinotifica di una multa già pagata;
  • Errore nella trascrizione del numero di targa;
  • Decorso di oltre 90 giorni dalla commissione di una violazione.

Il termine per presentare il ricorso è identico a quello del ricorso al Prefetto, ovvero 60 giorni. Tuttavia, è normale che l’organo accertatore non risponda e, in caso di respingimento, l’automobilista corre il rischio concreto di perdere la possibilità di presentare un ricorso con le modalità ordinarie.

Da notare che il ricorso in autotutela non sospende i termini per rivolgersi al Giudice di Pace o al Prefetto. Pertanto, se si è certi delle proprie ragioni, è consigliabile presentare il ricorso al Prefetto poco prima della scadenza del termine ultimo di 60 giorni.

Quanto costa fare ricorso per una multa

Spesso ci si chiede come fare un ricorso per una multa gratis.

Per rispondere a questa domanda, è importante distinguere il ricorso al prefetto da quello presentato davanti al giudice di pace.

Il ricorso al Prefetto non comporta costi, se non quelli di invio della raccomandata – se non si utilizza la PEC -all’organo che ha emesso la sanzione o direttamente al Prefetto territorialmente competente.

Il ricorso al Giudice di Pace, invece, implica il pagamento di un contributo unificato pari ad:

  • € 43,00 per multe fino a € 1.100,00;
  • euro 98,00 se il valore della sanzione è compreso tra € 1.100,01 e € 5.200,00;
  • € 237,00 se la multa è superiore a € 5.200,00  o se l’atto impugnato non indica nessun importo e il valore del ricorso non è determinabile dal ricorrente come in caso di sospensione della patente

Al contributo unificato si aggiunge una marca da bollo di 27 euro se l’importo della multa supera i 1.033 euro.

Per proporre ricorso avverso ad una multa serve rivolgersi all’avvocato?

La risposta è dipende.

Difatti, l’assistenza legale è obbligatoria solo in caso di ricorso al Giudice di pace per multe oltre i 1.100,00 euro, ma rimane sempre consigliabile.

Specie per i ricorsi davanti al Giudice di Pace è necessario:

  • Conoscere le regole della procedura civile.
  • Presenziare ad una o più udienze.
  • Avere la capacità di contraddire un incaricato dalla Prefettura o dall’organo di polizia che ha irrogato la sanzione.

Sebbene per importi bassi il gioco potrebbe non valere la candela, la consulenza di un legale è sempre raccomandata in caso di incidente stradale. La ricostruzione poco chiara o errata della dinamica di un sinistro potrebbe infatti compromettere il giusto risarcimento del danno.

Cosa succede se non si paga una multa?

In caso di mancato pagamento della multa entro il termine stabilito, la normativa vigente prevede l’avvio delle procedure di riscossione da parte dell’autorità competente, conformemente a quanto previsto dall’art. 206 C.d.S. e dall’art. 27 della Legge 24 novembre 1981, n. 689.

Concretamente, se un verbale relativo a una violazione al Codice della Strada, non viene saldato o contestato entro il termine stabilito, verrà emessa una cartella esattoriale nei confronti del trasgressore o dell’obbligato in solido.

In alcuni casi, per evitare aggravi di spese per i contribuenti, è possibile che alcuni Organi inviino una lettera di pre-ruolo, offrendo al trasgressore un’ultima opportunità di regolarizzare la propria posizione.

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